La stampa perfetta a registro

Per ottenere un stampa perfetta la cosa fondamentale è il “registro”.

Gli aspetti legati al registro di stampa sono principalmente tre:

-Registro di posizione: posizione corretta del grafismo rispetto al supporto di stampa

-Registro di sovrapposizione:sovrapposizione corretta dei colori stampati sullo stesso lato del foglio

-Registro di posizione tra bianca e volta: posizione corretta del grafismo stampato in bianca rispetto al grafismo stampato in volta.

 Registro di posizione:

L’operatore valuta visivamente la posizione del grafismo sul supporto servendosi dei segni taglio posti sul lato di pinza del foglio. La distanza dal bordo del foglio in pinza ai segni di taglio (manovra e volano), deve essere uguale. Per la volta in dodici il lavoro deve essere centrato.

Per sistemare il registro di sovrapposizione:

l’operatore può intervenire muovendo il cilindro lastra di ogni sezione di stampa servendosi dei tasti direzionali posti sul tavolo di controllo.

Sono tre le direzioni in cui si può muovere:

– movimento diagonale: il cilindro lastra sposta il proprio asse verso pinza o verso coda solamente in un lato (manovra o volano)

– movimento periferico: il cilindro lastra ruota attorno all’asse del cilindro verso la morsa di pinza o verso la morsa coda

– movimento assiale: il cilindro lastra si sposta nel verso parallelo all’asse del cilindro.

L’operatore valuta visivamente la posizione del grafismo stampato sul lato di volta del foglio confrontandolo con quello stampato sul

lato di bianca servendosi dei segni taglio e di piega. Per la «volta in sedici» è importante prendere come riferimento i segni verticali,

mentre per la «volta in dodici» i segni orizzontali.

Con carte inferiori ai 200 gr confrontano i segni di taglio sopracitati guardando in controluce. Con carte superiori si esegue un piccolo taglio con un taglierino in corrispondenza del segno e si verifica la corrispondenza. I fogli già stampati in bianca vengono riposizionati al mettifoglio per essere stampati in volta. I modi per girare la carta sono due:

Registro tra bianca e volta:

Volta in sedici, i fogli vengono girati mantenendo lo stesso lato di pinza utilizzato per la bianca. In questo caso l’operatore di stampa dovrà girare la squadra di macchina per permettere di mantenere lo stesso angolo di pinza e squadra sul foglio sia in bianca che in volta.

Volta in dodici, i fogli vengono girati mantenendo lo stesso lato di squadra sia in macchina che sul foglio. In questo caso l’operatore di stampa dovrà riposizionare i fogli al mettifoglio cambiando il lato di pinza del foglio rispetto a quello usato per la bianca. La carta deve essere a misura.

Fatto tutto ciò sopra descritto bisogna attenersi scrupolosamente alle prove colore certificate dette anche “Cromalin”, solo a questo punto potremmo dire di avere appena realizzato una stampa “perfetta”.

Leonardo Petrini

Direzione Tecnica

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IL Poster

Un poster è un foglio di carta plastificata di grande formato (di solito almeno A3) da appendersi ad una parete. Perlopiù si suole appendere poster all’interno di una casa (a differenza dei manifesti, che vengono affissi per strada), unicamente per il loro valore estetico. I poster in genere raffigurano paesaggi, attori, musicisti, pin-up o altri personaggi famosi, locandine di film, riproduzioni di dipinti, eccetera.

I poster sono grandi manifesti rettangolari e orizzontali (quindi il lato lungo rappresenta la base e il lato corto l’altezza). Vengono affissi solitamente in ambiente esterno, in luoghi pubblici prestabiliti. Il classico formato è 6×2,8m o anche detto “12 fogli” in quanto composto da dodici fogli, ciascuno di dimensioni 1×1,4m.

Caratteristiche

Le caratteristiche principali dei poster (che poi sono, in linea di massima, le stesse del manifesto) sono le seguenti:

Vantaggi

  • Grande impatto visivo.
  • Avere una sorta di monopolio (assieme al manifesto) per quanto riguarda la pubblicità esterna.
  • Possibilità di essere posizionati in maniera strategica (ad esempio in prossimità di un punto vendita o comunque in aree ben precise).
  • Possibilità di essere visto da molte persone e per molte volte.
  • Sforzo minimo da parte dei destinatari (che non devono, ad esempio, sintonizzarsi su una rete o acquistare un giornale come invece accade per altri media).

Svantaggi

  • Estrema sinteticità (di solito i poster sono messi in luoghi di passaggio, ad esempio lungo una strada, dove i tempi a disposizione per la lettura sono minimi – ma non necessariamente: basti pensare ai poster alle fermate della metropolitana).
  • Impossibilità di essere diretti in maniera selettiva verso uno specifico destinatario (a differenza di altri media è molto più difficile prevedere chi vedrà un poster).
  • Eventuale immagine negativa del medium che può riverberarsi sulla pubblicità (talvolta la cartellonistica ambientale è stata ritenuta deturpante per il paesaggio e distraente per chi guida un veicolo).
  • Poster motivazionali: tipo di poster comunemente disegnato per essere usato in scuolee  Lo scopo è quello di far vedere alle persone le cose che si fanno o che si imparano con un’ottica diversa. Dei “poster motivazionali” fanno parte anche i demotivational posters, che si costruiscono nello stesso modo dei poster motivazionali però contengono battute satiriche.

Poster multifunzione

Vi sono tipi di poster che possono essere utilizzati per funzioni alternative ai soli fini commerciali. Una struttura di insegne pubblicitarie può venire utilizzata anche per ospitare illuminazione pubblica e perfino stazioni radio base per telecomunicazioni. Solitamente la struttura portante è costituita da un palo in acciaio con flangia di accoppiamento alla struttura sovrastante di sostegno delle insegne pubblicitarie che possono contenere le antenne per telecomunicazione. I cavi di alimentazione dei corpi illuminanti e delle eventuali antenne sono interni alla struttura e fissati su apposite tesate in fune d’acciaio. Questo tipo di struttura coniuga più funzioni, evitando la costruzione di pali per telecomunicazioni che possono deturpare il paesaggio urbano.

Inchiostri vegetali

Alta biodegradabilità

La composizione degli inchiostri vegetali è molto simile a quella degli inchiostri tradizionali, con una sola differenza: gli oli minerali sono sostituiti in parte da oli vegetali.

Questi inchiostri garantiscono una riduzione dei Cov (composti organici volatili) e una maggiore facilità nel riciclo dei prodotti stampati, in quanto le vernici e i diluenti che rientrano nella loro formulazione sono esclusivamente di origine vegetale. In assenza di oli minerali il solvente presenta una tossicità minima e sfrutta risorse rinnovabili anziché minerali petrolchimici. Le materie prime impiegate provengono, nel complesso, per l’80-85% da materie rinnovabili, mentre il resto è costituito da pigmenti e additivi. Se questi inchiostri sono abbinati a prodotti di lavaggio appropriati si può, con ragione, parlare di inchiostri ecologici.

Per avere una risposta sulla validità di tale prodotto vengono prese in esame le caratteristiche reologiche dell’inchiostro.

La reologia è la scienza che studia il flusso e la deformazione della materia quando è sottoposta all’azione di una forza. Nel caso degli inchiostri, i quali in fase di stampa vengono sottoposti a sollecitazioni quali macinazione e trasferimenti di ogni genere, è necessario conoscere come cambia il loro comporteranno durante la fase di deposito sul supporto rispetto a quello che si avrebbe prima dell’intervento delle forze esterne.

Tra queste caratteristiche vi sono la viscosità, ossia la quantità di attrito interno che incontrano gli strati vicini di un liquido scorrendo gli uni rispetto agli altri, identifica le caratteristiche di fluidità di un inchiostro e, di conseguenza, la sua capacità di adattarsi ai supporti.
La rigidità, al contrario, caratterizza quei fluidi che non presentano scorrimento finché non sono soggetti a forze di una certa entità.
La tissotropia è il fenomeno per cui un fluido diminuisce di viscosità se viene sottoposto ad un’azione prolungata ed energetica di scorrimento o di agitazione. Dopodiché, lasciato a riposo, il fluido riprende la sua viscosità originale.

Il tiro, o tack, è la resistenza che oppone l’inchiostro quando viene diviso fra due superfici. L’inchiostro oppone una resistenza a questa separazione a causa delle forze di adesione interne fra i suoi componenti. Da questo dipende anche la trasferibilità, ossia la capacità dell’inchiostro di trasferirsi dalla lastra al caucciù e dal caucciù alla carta.

L’adesione rivela la capacità di ancoraggio dell’inchiostro sul supporto.
L’essiccazione è il processo che porta l’inchiostro a passare dallo stato liquido a quello solido.
La brillantezza è l’effetto visivo di lucido percepito guardando uno stampato.

Le tecnologie di stampa attuale prediligono inchiostri caratterizzati soprattutto su una base di olî vegetali rinnovabili, piuttosto che su prodotti derivati da idrocarburi, rendendo gli scarti facilmente rinnovabili.

Ecologia e compatibilità ambientale sono concetti sempre più diffusi e che sempre di più coinvolgono i vari aspetti della produzione industriale, compresa quella della stampa e degli inchiostri ed è per questo che MDM con le proprie certificazioni ha sposato questo concetto.

Leonardo Petrini

Direzione Tecnica

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Il “dorso” o “costa” o “costola” del libro è la parte della copertina che copre e protegge le pieghe dei fascicoli, visibile quando il volume è posto di taglio (ad esempio su una scaffalatura).

Riporta solitamente titolo, autore, e editore del libro, ed è molto utile per cercare un volume impilato oppure posto su una libreria.

Il dorso del libro corrisponde genericamente allo spessore dei fogli.

Una volta stabilito in via definitiva il numero di pagine del volume da stampare, il metodo più efficace per il calcolo del dorso consiste nel preparare un facsimile del volume, un esemplare contenente fogli senza stampa, realizzato con lo stesso tipo di carta e lo stesso numero di pagine previsti nell’edizione finale e misurandone il dorso. Questo metodo, oltre a misurare con precisione lo spessore del libro, consente di valutare anche l’impatto del volume sul lettore, sconsigliando dorsi troppo grandi o spessori inadeguati alle dimensioni del volume.

In generale poi, lo spessore del dorso può variare da pochi millimetri a diversi centimetri. In genere, a parte i dizionari e le opere di carattere enciclopedico, le misure raramente eccedono i 4 cm. Laddove la corposità dell’opera richieda un numero di pagine che produce un dorso troppo spesso si preferisce in genere agire sul tipo di carta e sulla sua grammatura al fine di ridurre gli spessori.

Naturalmente qualora si tratti di un volume cartonato dovrà tenersi conto dello spessore delle copertine, il cui spessore (l’anima di cartone) da solo può variare dal millimetro al millimetro e mezzo e oltre. Si può ritenere con sufficiente approssimazione che il dorso di un volume con rilegatura editoriale sia 4 millimetri maggiore del relativo dorso in brossura. Inoltre qualche millimetro in più potrà richiedere la realizzazione di un dorso tondo, che geometricamente rappresenta l’arco sotteso alla corda costituita dal dorso cosiddetto ‘dorso quadro’. Questo ha importanza oltre che per il calcolo del dorso, soprattutto per il calcolo della sovraccoperta, ove prevista.

Leonardo Petrini

Direzione Tecnica

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