Per cartoncini pregiati si intende, di solito, parlare di cartoncini di grammatura/metro quadro diversa dalle comuni carte stampabili e la cui trama può essere lavorata (goffrata) con effetti particolari, dal “martellato”(superficie non piatta ma, appunto, come se con un microscopico martellino ci fossimo divertiti  a percuotere tutta l’estensione del foglio) al “rigato” (righe più o meno fitte, più o meno larghe) che danno un effetto tessuto; a particolari lavorazioni a rilievo o impasti colorati e non bianchi.

Non sono supporti adatti alla riproduzione di fotografie perché la particolare lavorazione altera i colori e la definizione delle immagini ma si possono ottenere effetti “emozionanti” con l’utilizzo di soluzioni grafiche artistiche e nella produzione di astucci per prodotti cosmetici, sanitari, piccola oggettistica, confezioni personalizzate per negozi o rivenditori.

I nomi di questi cartoncini variano da cartiera a cartiera ma molti sono talmente somiglianti da essere indistinguibili per un profano.

I prezzi sono variabili ma alti, perciò sono da utilizzare per stampati o imballaggi di prodotti di pregio, che giustificano l’utilizzo di consulenza grafico/stilistica e l’investimento sull’immagine.

Alcuni cartoncini a imitazione di tela si prestano molto bene a rivestire le copertine cartonate di cataloghi (artistici e/o museali), tomi di una certa importanza e si possono stampare anche con altre tecniche tipografiche, a caldo o a secco. L’effetto visivo è sempre gratificante, importante e sottolinea la grande importanza del contenuto.

Nel sito MDM si possono consultare immagini in proposito.

Ufficio Tecnico

Paolo Taviani

La serigrafia è una tecnica di stampa che si effettua tramite il deposito di inchiostro, filtrato per mezzo di un tessuto di seta o poliestere, sulla superficie dell’oggetto da decorare tramite una spatola.

E’ una stampa molto versatile in quanto permette di stampare su qualsiasi tipo di supporto colori brillanti, coprenti e resistenti alla luce e all’abrasione anche se principalmente viene utilizzata per le finiture, dette anche nobilitazioni, cioè per apporre delle vernici in particolari zone con spessori anche molto alti. Pensate per esempio alle penne con la personalizzazione/logo dell’azienda, quella è una stampa serigrafica effettuata su I piu disparati materiali e forme.

Nel mondo della carta, si integra quindi molto bene con la stampa offset, nell’ambito delle finiture. Questo procedimento trasferisce una grande quantità di inchiostro, notevolmente superiore a quella che è possibile applicare con qualunque altro processo di stampa (offset, flessografia, tampografia etc.), pertanto la stampa serigrafica è particolarmente adatta ai casi in cui è richiesto un forte impatto cromatico: stampa di marchi, colori fluorescenti, vernici UV molto lucide capaci di evidenziare anche solo un particolare dello stampato;

La serigrafia è spesso utilizzata anche per la stampa di colori pastello sui rivestimenti delle copertine cartonate dei volumi, in particolare su tele a grana molto grossa.

In ambito commerciale è usata principalmente per stampare immagini su tessuti di seta, T-shirt, foulard, cappelli, CD, DVD, ceramica, vetro, polipropilene, polietilene, carta, metalli e legno.

Ufficio Acquisti

Alberto Mantellini

La nascita di questo sistema di stampa lo si deve al movimento ideologico del Futurismo che vede la luce all’ l’inizio del Novecento .Di notevole fase evolutiva per tutto il mondo dell’arte e della cultura, era stimolato da numerosi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione, come il telegrafo senza fili, la radioaeroplani e le prime cineprese; tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, “avvicinando” fra loro i continenti.

Vincenzo Nosenzo, nato a Savona nel 1887 e morto a Loano nel 1977, ebbe una fama internazionale per aver stampato nel suo stabilimento industriale denominato “Lito-Latta” a Zinola i due famosi e sempre più rari “libri di latta”, precisamente quello di Filippo Tommaso Marinetti “Parole in libertà futuriste – tattili – termiche – olfattive” (1932) e quello di Tullio d’Albisola “L’Anguria lirica” (1934)

La sigla “Lito-Latta” l’aveva escogitata proprio Nosenzo, industriale di Savona, produttore di scatole metalliche per conserve alimentari stampate in litografia (utilizzando torchi con pietre litografiche come matrici) tale mescolanza di competenze e ambienti rende ancor più affascinante la ricerca futurista.

Libri di latta, dunque, che entusiasmano i futuristi, oggetti luccicanti come le carrozzerie delle automobili o come le ali degli aerei che sono i loro miti. Dalla normale lavorazione della latta per contenitori alimentari si è passati alla sua sperimentazione in campi completamente diversi: carte da vista, calendari, manifesti, libri di latta”.

Tale innovazione trovò pronto Vincenzo Nosenzo che senza badare a spese seguì le idee innovative di Tullio d’Albisola, di Farfa (anello di congiunzione tra il gruppo futurista torinese fondato da Fillia, Mino Rosso, Pippo Oriani, Nicolaj Diulgheroff e Savona), di Acquaviva, di Prampolini, senza contare i contatti diretti con Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del futurismo, che tante volte visitò la fabbrica sita nel quartiere a ponente di Savona, denominato Zinola: “ I futuristi fecero visita alla stabilimento davvero famoso nel mondo per la dotazione di macchinari all’avanguardia tecnologica, di un ufficio progetti e designer molto attivo e creativo, dove venne stampato il Manifesto Futuristico della Lito- Latta, il 22 novembre 1931.

Oggi questo sistema di stampa non è altro che una variante della stampa offset e verniciatura su acciaio Litolatta.

Al posto del foglio di carta si utilizzano fogli d’ acciaio che vengono trattati con macchine e impianti di grandi dimensioni,(generalmente delle 120 x160) il foglio di litolatta in banda stagnata viene caricato sul mettifoglio delle offset per stampare solo in bianca, creando così le tipiche immagini che siamo soliti vedere sulle lattine delle bevande e degli alimentari. Ovviamente vengono usati inchiostri ad essicazione rapida che asciugano per evaporazione e generalmente si stampa solo il lato bianca, mente in volta viene applicato un silicone alimentare atossico per rendere poi la lattina conforme al prodotto alimentare consumabile.

Le macchine sono le stesse usate per la stampa offset tradizionale ,(KBA ha creato la METAL PRINT, una linea di macchine dedicate a questo settore) cambiano solo gli spessori tra il cilindro stampa e i caucciù, questi ultimi vengono sostituiti ad ogni cambio lavoro poiché la pressione che subiscono è maggiore rispetto a quelli utilizzati per la stampa di carte e cartoncini.

Ufficio Commerciale

Sergio Bacchelli

Di Johann Gutenberg, l’uomo che con la sua invenzione cambiò il mondo, non si hanno notizie certe.

Nato e cresciuto a Magonza in Germania, non si conosce l’anno preciso della nascita, all’incirca tra il 1393 e il 1400.Di una delle famiglie più nobili della città è molto probabile che abbia imparato il mestiere di orafo e più precisamente d’incisore di monete dal padre.

Nel 1411, a causa di forti tensioni interne al governo della città , la famiglia Gutenberg si trasferisce a Strasburgo. Qui il giovane Johann ebbe modo di mettere in mostra le sue abilità di orafo e imprenditoriali.

Ma qui un’altra era l’attività che più l’interessava, infatti in modo febbrile e rigorosamente segreto si dedicò alla ricerca di trovare un modo molto più veloce ed efficiente di riprodurre libri fin li eseguiti in modo manuale dai monaci amanuensi.

Non essendoci brevetti ,ogni tecnologia poteva infatti essere copiata da chiunque e quindi meno persone erano al corrente dei suoi esperimenti e meglio era. Inoltre, essendo il ‘400 il secolo delle superstizioni, dei maghi e degli indovini, moltiplicare per 1000 la parola di DIO con l’aiuto di strumenti meccanici, poteva essere ritenuto dalla Chiesa un atto di eresia e per Gutenberg il rischio di finire sul rogo era alquanto elevato fintanto egli non avesse ottenuto risultati definitivi.

Essendo per sua natura un perfezionista, una volta tornato a Magonza cercò dei finanziatori che l’aiutassero ad aprire un’officina dove poter realizzare il suo progetto più ambizioso, la stampa della BIBBIA. Tra il 1450 e il 1451 un ricco commerciante, Johannes Fust, le diede 1600 fiorini (cifra sufficiente a comprare almeno 20 case) permettendo così a Gutenberg di dedicarsi al suo progetto che portò a termine in 3 anni stampando 180 copie da 300 pagine in formato 15,1×21,1 con 42 righe di testo (da qui il nome di Bibbia a 42 linee).

Quando l’opera fu presentata al pubblico e messe in vendita nel 1455, suscitò un immediato entusiasmo soprattutto per l’eccellente qualità. Dopo più di 500 anni ci si stupisce ancora per la bellezza della pagina, a tutt’oggi ne sono rimaste 48 edizioni complete (di cui 2 conservate al museo a lui dedicato a Magonza) e ciascuna del valore di circa 10 milioni di dollari.

Quando sembrava aver raggiunto il successo, il suo finanziatore Jhoannes Fust, apparentemente interessato solo al suo denaro e non all’invenzione, accusò Gutenberg di sperperare il suo denaro. Per Lui fu la fine, non avendo a disposizione la somma, che nel frattempo con gli interessi era arrivata a circa 2.000 fiorini, perse tutti i macchinari e tutti i proventi delle vendite delle Bibbie che andarono a Fust.

Quest’ultimo proseguì l’attività dell’azienda con grande successo, diventando la prima tipografia commerciale redditizia al mondo, introdusse inoltre anche la stampa a più colori. Gutenberg non si riprese più e visse nel più totale anonimato e in povertà fino al 1465 quando il nuovo governo di Magonza si ricordò di lui mettendogli a disposizione una pensione che gli permisero di vivere gli ultimi tre anni di vita in modo dignitoso. Quasi nessuno si accorse della sua morte avvenuta nel 1468.

Ufficio Commerciale

Sergio Bacchelli

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