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LA FUSTELLA

La fustella è una lamina di metallo affilata su un lato e inserita in una tavoletta di legno, come supporto, per sagomare il taglio non lineare di uno stampato.

E’ usata per prodotti cartotecnici, in genere scatole e astucci o cartelli vetrina.

Si può utilizzare per ogni prodotto stampato che necessita di taglio non lineare ma a curve e angoli, come le etichette adesive rotonde o di forma irregolari.

La fustella viene prodotta con tecnica laser, molto precisa negli intagli della tavola in cui vanno inserite le lame, che riproducono qualsiasi forma. Il disegno CAD, che si utilizza per guidare il laser che produrrà la base presagomata, serve anche come tracciato per il grafico che deve adeguare l’immagine da stampare alla sua forma.

Nella stessa fustella, oltre alla lama, si possono inserire lamine non taglienti (cordonatori)per snervare il cartoncino in un determinato punto per piegare successivamente il lembo così prodotto (ad esempio nelle cartelline portadocumenti).

E’ posibile anche produrre fustelle da “mezzo taglio” che penetrano nel cartone solo per una parte del suo spessore e che n questo modo possono essere utilizzate per involuri come box o scatole che in seguito vengono rivestite con carta stampata e che una volta piegate e fissate sono veri e propri contenitori, robusti e di immagine.

Ufficio Tecnico
Paolo Taviani

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ESACROMIA

Letteralmente: 6 colori

Nella stampa offset è l’inclusione di 2 colori supplementari nella normale quadricromia per rendere la stampa più satura specialmente nei blu elettrici, nei verdi brillanti e nei rossi:

E’ un metodo usato per aiutare gli inchiostri di quadricromia a riprodurre in maniera più rispondente un’immagine vista a monitor in RGB senza dover ricorrere a colori pantone. L’occhio del profano magari non coglie differenze ma gli addetti ai lavori si.

Esistono due modelli: CMYKOG (cyan – magenta – yellow – black – orange – green) e CcMmYK (cyan – cyan chiaro – magenta – magenta chiaro – yellow – black).

Il primo va ad incidere sui colori tendenti al fluo, il secondo perfeziona le sfumature specialmente sulle basse saturazioni. La migliore qualità ottenuta non mette comunque al riparo dal confronto di un originale con la riproduzione.

Paolo Taviani
Ufficio Tecnico

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LA ROTATIVA

Il nome rotativa deriva dal fatto che tutti gli organi che provvedono alla stampa sono cilindri in rotazione, per cui si ottengono elevate velocità di produzione. La rotativa, introdotta nel 1846 daR. Hoe per la stampa tipografica dei quotidiani, ha come caratteristica fondamentale la forma di stampa cilindrica in continua rotazione; ciò consente un elevato rendimento.

Le moderne rotative a bobina, consentono la stampa simultanea su entrambe le facce del foglio. Strutturalmente, tutte le rotative sono analoghe variando il numero e il tipo dei cilindri secondo il modo di stampare (offset, rotocalco; a uno o più colori, ecc.): il foglio di carta viene fatto passare fra i cilindri stampanti, asciugato e, secondo le macchine, piegato; da ciò l’enorme successo della rotativa nel campo dei quotidiani che non richiedono ulteriori lavorazioni (legatura, cucitura, ecc.) dopo la piegatura.

L’organo principale di una rotativa è l’unità stampante costituita da due terne di cilindri, portaforma, di pressione, intermedio rivestito di gomma (nella offset); essa è compresa entro un’incastellatura della macchina insieme con i gruppi inchiostratori; le posizioni relative dei cilindri e dei gruppi inchiostratori variano secondo il tipo di stampa.

Oggi le nuove tecnologie hanno portato le macchine rotative ad essere sempre più veloci e performanti e negli ultimi 20 anni si è visto un continuo aggiornamento di queste macchine ,infatti fino agli inizi degli anni 90 del secolo scorso, le rotative erano prevalentemente a 16 pagine con velocità di punta di 15/20.000 copie orarie nel formato classico A4 da li in poi hanno fatto la comparsa le prime macchine cosiddette a doppio giro perché raddoppiando il diametro del cilindro stampa era possibile avere rotative che stampavano 32 pagine, oggi le grandi aziende editoriali si son dotate di rotative che vanno da 48 pagine fino a un massimo di 96 con velocità di punta che possono arrivare anche a 50/70.000 copie ora.

Ogni rotativa è provvista di un gruppo automatico per l’alimentazione della carta, che provvede a sostituire la bobina esaurita, senza fermare la produzione, di dispositivi per l’essiccamento rapido dell’inchiostro, con relativi forni di asciugatura del foglio prima che questo entri nei coni di piega; inoltre il pulpito è dotato di dispositivi per il controllo della tensione della carta, di lettori stroboscopici per il controllo del registro e di un gruppo finale di uscita dotato di taglierina, impilatrice, piegatrice per trasformare i fogli o il nastro in segnature o in stampato finito; le rotative per stampa a colori hanno dispositivi per il riempimento dei gruppi inchiostratori e il dosaggio degli stessi.

Sergio Bacchelli
Ufficio Commerciale

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LA ROTOCALCO

Il sistema di stampa rotocalcografico (comunemente abbreviato in rotocalco) usa al posto delle lastre in alluminio, utilizzate in offset, dei cilindri d’acciaio incisi e i grafismi sono delle piccole celle incise dove si deposita l’inchiostro, la profondità delle suddette determina l’intensità della stampa; dove le celle sono più profonde la stampa risulterà più scura, dove sono meno profonde la stampa risulterà più chiara.

Le matrici necessarie per il trasporto sui cilindri da stampa della composizione si ottengono con metodi fotografici; dopo il montaggio, la composizione viene fototrasportata su carta al pigmento attraverso una lastra di cristallo recante un sottilissimo retino, oppure viene fototrasportata su carta sensibile trasparente.

Nel primo caso, la carta viene avvolta a pressione sul cilindro in modo da far aderire la gelatina sullo strato di rame mentre il supporto cartaceo viene eliminato con un semplice bagno; nel secondo caso, il cilindro viene rivestito di emulsione sensibile, impressionato con il retino e successivamente avvolto dalla carta sensibile recante il montaggio e quindi esposto così da ottenere un fototrasporto diretto della composizione. Successivamente, in entrambi i casi, il cilindro viene immesso in un bagno acido idoneo mediante il quale solo le parti impressionate verranno corrose, ottenendo così la forma da riprodurre (fotoformatura incavografica).

I sistemi di incisione adottati possono essere tre: con la fotoformatura tradizionale (utilizzando la carta al pigmento) si ottengono elementi stampanti costituiti da alveoli di area uniforme e di profondità variabile; con l’impressione diretta del cilindro, secondo il procedimento semiautotipico, gli elementi stampanti sono costituiti da alveoli di area e profondità variabili; secondo il procedimento autotipico gli alveoli sono di area variabile e di profondità relativamente costante.

La necessità di usare il retino comporta dei limiti nella scelta dei caratteri di stampa dei testi, che debbono essere semplici per evitare frastagliature dovute appunto alla retinatura; un notevole progresso si è ottenuto con l’introduzione delle moderne tecniche di fotocomposizione. Le macchine usate per il rotocalco sono quelle rotative a bobina; ciò spiega la grande diffusione del procedimento rotocalco nella stampa di periodici, elaborati pubblicitari, etichette, immagini, ecc. nella quale prevalgono le illustrazioni sul testo e sono normali le grandi tirature. Inoltre le matrici hanno una durata e una resistenza molto superiore alle lastre offset , questo le rende adatte appunto alle grandi velocità e tirature.

Il cilindro inciso viene montato sul gruppo stampante della macchina: in basso esso pesca nella vaschetta dell’inchiostro il cui eccesso viene eliminato da una lama d’acciaio (racla) dotata di moto alternativo parallelo all’asse del cilindro contro il quale è premuta. Durante la rotazione, la forma trasferisce l’impronta sul foglio (tenuto in pressione dal secondo cilindro del gruppo) trascinato dal movimento stesso; gli organi di controllo provvedono alla messa a registro del foglio; per facilitare l’essiccamento dell’inchiostro si usano prodotti contenenti solventi di rapida volatilizzazione.

Ufficio Commerciale
Sergio Bacchelli

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