CYAN, MAGENTA, YELLOW, BLACK

Quando si parla di quadricromia, si intende di stampare in offset, utilizzando i 4 colori definiti primari ovvero:

  • cyan – blu;
  • magenta – rosso;
  • yellow – giallo ;
  • black – nero;

Colori grazie ai quali è possibile ottenere la riproduzione di tutte le sfumature cromatiche.

Questi sono la base principale del procedimento di stampa offset.

L’esempio potrebbe essere quello di volere stampare una fotografia.

Dal file digitale della stessa, la si analizza con un densitometro selettivo per ricavarne le densità dei colori base su tutte le zone dell’immagine da riprodurre.

Verrà in seguito scomposta nei colori e per ognuno di questi realizzata la lastra per la stampa.

Le capacità ed esperienze dei tecnici, nella scelta dei retini, della loro inclinazione, della saturazione misurata, del numero stesso di linee, saranno fondamentali per ottenere il risultato migliore, in funzione anche del tipo di carta sulla quale si riprodurrà l’immagine.

Le quattro lastre così impressionate, montate sui castelli inchiostranti, raccolgono gli inchiostri e li depongono in successione sul foglio. Dalla sovrapposizione dei vari colori, si ottengono tutte le tonalità, le sfumature, le ombre, i contrasti e i volumi.

Per capire meglio occorre, con una lente, esaminare una foto a colori su un qualsiasi libro o rivista. Si potrà vedere un insieme di puntuni (retino) colorati (della quadricromia), che compone l’immagine.

La differenza quindi fra il nero ed il grigio, sarà unicamente dalla vicinanza dei puntini del nero, ovvero se vicini quasi attaccati, il nostro occhio vedrà il colore nero, più saranno allontanati i “puntini” più il nostro occhio vedrà il grigio tendente al chiaro perché il colore stesso mischiandosi con il bianco della carta lo rende meno forte, benché il puntino del retino sia stampato sempre uguale.

Non è un miracolo ma solo l’utilizzo di conoscenze scientifiche applicate alla quotidianità, al lavoro e, perché no?, alla fantasia.

Paolo Taviani

Ufficio Tecnico

PUNTO SINGER

Un’alternativa ai soliti metodi di confezione, può essere rappresentato dal punto singer.

Come le macchina per cucire, infatti proprio di questo si tratta. E’ una cucitura con macchina tessile, adattata per la confezione di carta stampata.

Nella home page del sito, una delle immagini di “apertura” (la seconda) è proprio dedicata ad una commessa confezionata con punto singer, lasciato volutamente un po’ più lungo.

Opuscoli, volumetti da non troppe pagine su cui si vuole un finitura dal “sapore artigianale” ed anche un po’ originale, non punto metallico né brossura ma tanti fogli cuciti con un filo del colore che si preferisce.

In questi casi si utilizza una vera e propria macchina per cucire da sarto (o quasi).

E’ un bel modo di confezionare una brochure, si possono utilizzare quasi tutti i tipi di carta anche un po’ particolari (pergamenate, avoriate, goffrate).

La controindicazione tecnica è rappresentata dal numero di pagine, trattandosi di una ago che deve forare il blocco libro.

La cura del particolare è garantita.

Paolo Taviani

Ufficio tecnico

OLANDESE E CARTONATO

Sono due tipi di copertina per la rilegatura di stampati.

La copertina cartonata è costituita da una plancia, che riveste un cartone rigido diviso in tre parti, tali da costituire: il piatto della copertina anteriore, il dorso e il piatto della copertina posteriore.

Questa plancia, è solitamente più grande del formato finale di copertina, allo scopo di ripiegarla (risvoltarla) per ricoprire perfettamente tutto il cartone.

All’interno, sulla parte centrale (dorso) si incolla il blocco libro rilegato e si fissa ulteriormente il tutto applicando due “risguardi”, ovvero pagine supplementari che completano il libro, cioè incollate da una parte al blocco libro stesso, dall’altra all’interno delle plance.

Unendo cosi il blocco libro rilegato alla copertina, si aumenta la “tenuta” e si copre il bordo risvoltato della plancia che riveste il cartone.

Volendo si possono aggiungere capitelli, segnalibri di colore anche personalizzati.

Il prodotto così ottenuto, di pregio superiore alla semplice brossura (cioè catalogo con copertina in carta più pesante e non accoppiata a cartone), è un libro/volume con la copertina rigida spesso utilizzata per i classici libri d’arte o comunque edizioni di pregio.

La copertina “olandese” è molto simile ma meno rigida. Praticamente la differenza consta nel materiale che si utilizza per accoppiare la plancia.

Solitamente, al posto del cartone decisamente robusto come visto nel cartonato, si accoppia la plancia ad un cartone più sottile e meno tenace e volendo, si aggiunge anche uno strato di materiale poroso tipo gomma per renderla ancora più morbida (esempio agende).

La consistenza è inferiore al cartonato ma la veste è ugualmente importante e si adatta perfettamente alle pubblicazioni di carattere più commerciale.

In entrambe le soluzioni, la plancia che si utilizza, può essere composta da carta, stampata a più colore e con le varie finiture possibili, oppure in materiali diversi, quali stoffe, sete, pelle ecc.

Paolo Taviani

Ufficio Tecnico

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La Brossura

Quando si parla di brossura si fa riferimento ad tipo di rilegatura del materiale stampato.

Questa viene effettuata, nella maggior parte dei casi successivamente alla piega delle varie “segnature” che costituiscono il volume, catalogo, libro, ecc..

Si distinguono principalmente in:

  1. Brossura fresata, ovvero si raccolgono tutte le segnature (insieme di pagine) che costituiscono il volume, si “graffia” un pochino la carta nel dorso e le si incollano assieme, allo scopo di formare il blocco libro;
  2. Brossura cucita filo refe, simile alla fresata, prevede anche una cucitura con un filo allo scopo di migliorarne la resistenza.

Per entrambe questi tipi di brossura esistono dei miglioramenti possibili, ovvero:

  • l’utilizzo di colla poliuretanica, atta a migliorarne la tenuta.
  • L’utilizzo del dorso libero, più conosciuta come “otabind”, che permette una perfetta apertura del volume per apprezzarne al meglio, ad esempio, una foto stampata su due pagine successive.

Nella filiera produttiva, il lavoro verrà poi ultimato con la copertina che potrà avere le caratteristiche più disparate a piacimento del committente, bodoniana, cartonata, olandese, ecc.; anche se sempre più abitualmente si definisce brossura un lavoro composto da un blocco libro descritto come sopra, con copertina costituita solitamente da una carta di grammatura superiore, con o senza bandelle (alette laterali).

Gabriele Valbonetti

Ufficio Tecnico

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