La via verde per la stampa con Grafiche MDM FSC

 Grafiche MDM, è un’azienda certificata FSC , ma cosa vuol dire essere certificati FSC?

L a cerificazione FSC, è una certificazione internazionale, indipendente e di parte terza,

senza scopo di lucro, creata per promuovere la gestione responsabile delle foreste mondiali, garantendo così benefici ambientali, sociali ed economici.

La cerificazione FSC®, fornisce standard, assicurazione del marchio e servizi di accreditamento per società e organismi interessati alla gestione responsabile delle risorse forestali.

Esistono due tipi di certificazione FSC®,

  • Gestione forestale, per proprietari e gestori forestali
  • Catena di custodia, per imprese di trasformazione e/o commercio di prodotti forestali.

I settori maggiormente interessati alla   certificazione FSC, sono in generale quelli della carta: dall’editoria e stampa, il packaging in carta o cartone e la carta per usi grafici e ufficio.

Grafiche MDM,  ha ottenuto la certificazione FSC per contribuire per se o con i propri clienti alla conservazione dell’ambiente e delle risorse naturali. La certificazione FSC garantisce ai clienti che ne fanno richiesta, l’utilizzo di carta e cartoni che provengono da una gestione forestale responsabile e che soddisfa i requisiti più elevati in campo sociale, ambientale ed economico. Attraverso la certificazione FSC , si provvede a sensibilizzare clienti e utilizzatori per un’ acquisto o un utilizzo di un prodotto stampato ecocompatibile.

Grazie alla certificazione FSC, Grafiche MDM può garantire la provenienza della carta utilizzata per i propri prodotti e quindi dimostrare in maniera corretta, trasparente e controllata il proprio attivo contributo alla gestione forestale responsabile. Proprio per questo, acquistare prodotti certificati FSC ha innumerevoli vantaggi, per le aziende e per i consumatori.

https://www.grafichemdm.it/certificazioni/

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IL CARTONATO

Definizione cartotecnica che identifica l’impiego di cartone teso (rigido) da accoppiare a plance, stampate su carta più leggera, per produrre copertine di libri, cartelli vetrina, espositori da banco o da pavimento, scatole, ecc.

L’uso più comune è per le copertine di libri di pregio, rende più nobile la veste e permette l’inserimento della fettuccia segnalibro e del capitello di finitura.

Il cartone teso può essere utilizzato per la produzione di cartelli vetrina di piccole e medie dimensioni, espositori da banco per prodotti da vendita o come dispenser di depliants pubblicitari o informativi. Le dimensioni non devono essere eccessive perché il cartone teso ha un peso notevole.

In caso di espositori da pavimento è più indicato l’utilizzo del cartone ondulato, prodotto in diversi spessori e tipologie di materiale, che può  essere accoppiato con le plance stampate per abbellirlo ed è più maneggevole e trasportabile anche se meno solido.

La fantasia comunque può sbizzarrirsi, basta solo affidarsi a professionisti per trovare soluzioni pratiche, funzionali ed economicamente accettabili.

Ufficio Tecnico

Paolo Taviani

L’utilizzo della Cartotecnica, per espositori da terra da banco e per raccoglitori, facili da montare, con un tocco di eleganza.

La cartotecnica delle Grafiche MDM, parla sempre più di alta tecnologia: l’evoluzione naturale dell’involucro, si è trasformato in packaging, evolvendosi a sua volta, in espositore da terra e da banco.

Il prodotto della cartotecnica specializzata, è sempre di più un contenitore estetico, gli espositori da terra, da banco e i raccoglitori, hanno l’unico scopo di attrarre l’attenzione del cliente finale e in campo commerciale, questo dettaglio è ciò che conta perché spinge il consumatore all’attenzione del prodotto esposto e acquistarlo.

Per venire incontro e queste nuove esigenze del mercato, la cartotecnica di Grafiche MDM, produce degli espositori da terra, chiamati comunemente anche totem e gli espositori da banco oltre ad una serie di raccoglitori nei più svariati formati.

Gli espositori da terra e da banco, non sono da considerare espositivo, dove vengono esposti oggetti senza alcun criterio comunicativo, ma veri e propri un semplice contenitore o spazio strumenti di comunicazione e marketing, perché sono la realizzazione dell’idea pubblicitaria dell’Azienda/Cliente.

Grafiche MDM, nel settore della cartotecnica , progetta e produce, con competenza specifica e tecnologie particolari, questi espositori e tantissimi raccoglitori.

Per questo motivo, il settore della cartotecnica di Grafiche MDM, dispone di tecnici capaci di sviluppare, anche le idee più particolari e complesse, in gado di produrre qualsiasi tipo di fustella millimetrica, al fine di far combaciare perfettamente ogni parte dell’espositore da terra e da banco, come un perfetto puzzle, rendendo il montaggio, un’operazione semplice e veloce, garantendo la stabilità dell’espositore da terra e da banco.

Per la cartotecnica dedicata agli espositori da terra e da banco, utilizza cartone “in onda”, per la sua resistenza, cartone riciclato e cartone di pura cellulosa, rispettando le certificazioni THE GREEN WAY TO PRINT.  (clicca qui)

Componente importante, per la realizzazione degli espositori da terra e da banco, è la stampa sia offset che digitale, per colori brillanti e grafica capace di attirare la visibilità.

Ma Grafiche MDM, non si accontenta della semplice produzione di espositori da terra e da banco e offre ai propri Clienti/Aziende, anche personalizzazioni in digitale come i codici alfanumerici, codici a barre personalizzati univoci per ogni pezzo, inserimento antitaccheggio, come i bollini; offre la possibilità di creare un magazzino dedicato, funzionale all’ottimizzazione della produzione di espositori da terra e da banco, sui programmi commerciali dei Clienti.

Il magazzino dedicato è costantemente inventariato con flusso out in collegamento ad interfaccia web in modalità ASP a completa gestione del Cliente, che permette anche di avere consigli funzionali a riordini, ottimizzazioni di produzioni, etc.

Gli espositori da terra e da banco, vengono consegnati smontati e stesi, risultano molto maneggevoli e semplici all’incastro al momento del montaggio, permettendo così di essere pratici, veloci da montare e pronti all’uso.

Esistono vari modelli di espositori da terra e da banco,e tantissime tipologie di raccoglitori ma tutti tendono allo stesso scopo….

Per maggiori informazioni clicca qui

Ufficio Tecnico

Legatoria: esperienza antica coniugata a tecnologia moderna

Per il dizionario Treccani, Legatorìa, è l’attività, la tecnica e l’arte di legare e rilegare libri, artigianalmente o industrialmente.

La prima soluzione inventata, fu un gruppo di semplici tavole in legno cucite assieme, attorno ”,

La Legatoria a Forlì, nasce nel 1925, grazie alla Società Tipografica Forlivese, oggi Grafiche MDM.

Senza fare la cronistoria dai tempi della “ legatoria cinese” del I secolo a.C., ricordiamo solo che l’idea di un gruppo di semplici tavole in legno collegate tra loro, era nota già in Occidente al I secolo a.C., i romani chiamarono questo semplice libro “codice” dall’equivalente in latino di “tronco di albero”. Ne sono rimaste testimonianze archeologiche parola che deriva nei dittici e polittici del banchiere Cecilio Giocondo, rinvenuti a Pompei.

Tuttavia furono i primi cristiani copti dell’Egitto a fare la prima innovazione. Essi scoprirono che, piegando fogli di pergamena o papiro a metà e cucendoli attraverso la piega, era possibile produrre un libro che poteva essere scritto in entrambi i lati. Idea sviluppata durante l’Impero Bizantino.

In Etiopia, ancora oggi si utilizza una forma di legatoria simile a quella bizantina, utilizzata per i testi liturgici.

La storia occidentale, ci insegna che l’arte della legatoria nel Medioevo, era collegata all’arte amanuense. Dopo aver finito il processo di scrittura, gli amanuensi rilegavano le pagine e creavano una copertina: essa poteva essere tutta in oro battuto, in lamine di bronzo e angoli d’argento, o semplicemente in materiale cartaceo.

Con l’invenzione della stampa

Gutenberg nel 1455 cambia la storia, stampando la Bibbia.

Da questa tipografia a Magonza, in Germania, dal 1455 fino ai giorni nostri, è stato un susseguirsi di evoluzioni, se pensiamo ad internet che ci permette di leggere un libro online…

Per chi sfoglia un libro distrattamente, non ha importanza come è rilegato, ma per chi ama leggere e rileggere, la rilegatura del libro è parte integrante del volume.

L’ evoluzione nell’arte tipica della legatoria, è stata anche l’evoluzione della Tipografia Grafiche MDM, attraversando tutte le fasi di aggiornamento sia di macchinari che di operatori, a fatto sì che ancora oggi, all’interno della Tipografia stessa, si sia mantenuto il reparto della Legatoria.

Logicamente ci sono vari tipi di rilegatura: dalla rilegatura a punto metallico alla rivettatura, dalla rubricatura alla spiralatura.

Tecniche che nel reparto dedicato alla legatoria di Grafiche MDM , vengono utilizzate quotidianamente, perché è in grado di garantire ogni genere di finitura: taglio, piegatura, raccolta, rilegatura, cucitura, incollatura, confezionamento standard o su specifica richiesta del Cliente/Azienda

Ma un mercato in continua trasformazione, rende obbligatorio poter offrire ai Clienti/Aziende, una vasta gamma di lavorazioni in grado di dare valore aggiunto al prodotto stampato e rilegato.

Quindi non solo legatoria, ma anche: cellofanatura, allestimenti per la postalizzazione, lavorazioni manuali.

Servizi ai quali si aggiungono le lavorazioni della cartotecnica e delle lavorazioni speciali, coniugando esperienza e tecnologia, per realizzare finiture capaci di trasformare uno stampato easy in un prodotto glam.

Ufficio Tecnico

Gli aspetti tecnici e le considerazioni da valutare attentamente, allo scopo di soddisfare appieno le aspettative dei nostri Clienti, non possono trascurare quelli della inchiostrazione e macinazione.

Non solo per quanto riguarda il tipo di stampa in funzione del risultato voluto, ma devono integrarsi alla perfezione con tutte le componenti, partendo dalla carta sulla quale verranno impressi, al tipo di asciugatura, piuttosto che la resistenza o ancora meglio come si comportano assieme, come reagiscono con tutti gli altri prodotti con i quali verranno a contatto nel processo produttivo ecc..

Le principali caratteristiche degli inchiostri offset

Parlando in termini generali, si può dire che l’inchiostro è composto principalmente da due elementi, il veicolo o vernice e il pigmento o materia colorante; approfondendo lo studio si apprende che nella fabbricazione dell’inchiostro intervengono numerosi componenti (oli minerali, oli vegetali, resine, solventi organici, additivi vari ecc.) che variano in rapporto con le esigenze del lavoro, dei tipi di carta e dell’uso a cui sono destinati gli stampati.

Le caratteristiche principali dell’inchiostro offset sono:

Il tiro. Il tiro è una proprietà inerente alla natura degli inchiostri ed esprime la resistenza della pellicola di inchiostro a rompersi in direzioni opposte.

Il tiro è necessario per mantenere aperto il retino delle illustrazioni, in modo che i puntini rimangano stampati con la massima densità e al medesimo tempo siano nitidi.

Quando il tiro dell’inchiostro è più elevato della resistenza alla trazione della superficie della carta, si produce lo strappo.

La trasferenza. E’ la proprietà che deve avere l’inchiostro per passare dalla lastra al supporto da stampare. La trasferenza dell’inchiostro dal calamaio e dalla lastra al supporto da stampare dipende da una serie di elementi come:

La superficie e l’insieme delle composizioni della carta (porosità, compressibilità, lisciatura, ecc.). La viscosità dell’inchiostro dev’essere in rapporto con la porosità della carta per favorire la trasferenza. Generalmente, diminuendo la viscosità e di conseguenza la consistenza, aumenta la trasferenza dell’inchiostro e nella misura in cui questa diminuisce si favorisce la penetrazione immediata nel supporto dal tipo e condizione del caucciù.

La pressione: nell’aumentarla si accorcia la lunghezza delle fibre della carta allargando così

il loro diametro, per cui l’inchiostro è maggiormente forzato a penetrare nei pori della carta.

Dalla velocità e dal diametro dei cilindri della macchina: a velocità maggiore, minore

è il tempo di contatto e più breve è il contatto meno inchiostro penetra nella carta.

Inchiostrazione e Macinazione

L’inchiostro viene introdotto nel calamaio e da qui passa al gruppo di macinazione, formato da numerosi rulli di diverso diametro che ruotando rendono fluido l’inchiostro stesso. Alcuni di questi rulli hanno anche un movimento trasversale, che consente di rendere uniforme la distribuzione dell’inchiostro sulla lastra. La lastra è avvolta su un cilindro e viene toccata dai rulli bagnatori e dai rulli inchiostratori. I primi vi trasferiscono un velo di acqua di bagnatura, generalmente una soluzione di acqua e additivo preferibilmente anche con alcol isopropilico, i secondi l’inchiostro. Gli inchiostri, che sono grassi, aderiscono solo alla parte lavorata della lastra (grafismo), mentre l’acqua, per il principio di idrorepellenza, non bagna gli stessi grafismi perché respinta dall’inchiostro (grasso). L’acqua di bagnatura serve quindi a definire con precisione i contorni dei grafismi. Il rapporto fra acqua di bagnatura e inchiostro non è costante, varia ovviamente in funzione di altri parametri come la velocita di trasferimento. È fondamentale che il rapporto sia equilibrato e questo richiede notevole padronanza del processo da parte degli operatori. La lastra trasferisce quindi le immagini sul telo di caucciù, che riceve l’inchiostro ma non l’acqua, il quale trasferisce la stampa sul foglio con l’ausilio del cilindro di contropressione. Questo metodo è anche chiamato “stampa indiretta”.

La macinazione e la distribuzione dell’inchiostro hanno una notevole importanza nel risultato finale della stampa offset.

Il gruppo costituisce un blocco a sé nella costruzione della macchina.

Una buona inchiostrazione della lastra dipende in massima parte dalla giusta disposizione dei rulli macinatori.

Il movimento traslatorio assiale, che generalmente ha origine dal cilindro lastra, è regolabile da zero a un massimo di 8-10 cm.; è conveniente mantenerlo costantemente nella posizione massima di sfruttamento.

I rulli inchiostratori sono quattro, di diametro differente per favorire un’inchiostrazione uniforme priva di “riporto” o discontinuità.

Leonardo Petrini

Direzione Tecnica

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