La carta chimica

La carta chimica, detta anche autocopiante o autoricalcante, è una particolare carta che permette la riproduzione di copie senza ricorrere alla carta carbone (ormai in disuso), semplicemente scrivendo (a mano o con stampanti idonee) sul primo foglio.

E’ usata nell’ambiente industriale e commerciale per la realizzazione di diversi stampati (fatture, documenti di trasporto, commissioni, bollette, ricevute, ecc…), anche se con l’avvento delle stampanti laser, il suo utilizzo è in forte diminuzione.

Ci sono 3 tipi di carta chimica, che combinati fra loro compongono un fascicolo:
primo foglio (CB), che è in grado di trasmettere al foglio sottostante;
fogli intermedi (CFB), che ricevono dal primo foglio e trasmettono ai fogli successivi;
ultimo foglio (CF), che riceve solamente.

Esiste in vari colori e grammature, e può essere allestita in fascicoli, blocchi e modulo in continuo.

Ufficio Tecnico
Gabriele Valbonetti

I SERVER DEI FLUSSI DI PRESTAMPA

Per capire di cosa andremo a parlare bisogna innanzitutto capire cosa significa PRESTAMPA.
Col termine PRESTAMPA si intendono tutte le operazioni antecedenti la stampa vera e propria.

Il flusso di lavoro della prestampa è molto più complesso del flusso di lavoro di stampa. Quest’ultimo infatti è un in cui si ricevono delle lastre che vanno stampate secondo date regole.
Le impostazioni di macchina sono misurabili (per esempio la densità degli inchiostri) e regolabili e la macchina (+ carta) può esser calibrata e profilata internamente con molta precisione.
Insomma si può fare in modo che la risposta della macchina sia perfettamente (o abbastanza) conosciuta.

Il flusso di prestampa è più complicato del flusso di stampa, soprattutto per il fatto che è costituito da due parti:
1) il cliente che prepara il file
2) il reparto di prestampa dello stampatore che riceve il file e deve creare le lastre di stampa.

Un cliente (generalmente un grafico) può creare un file perfetto per la stampa compreso di font, immagini a qualità elevata e testo impaginato bene, ma generalmente non è così in quanto molti si improvvisano grafici non sapendo nulla di questa materia.
Questo è dovuto principalmente dal fatto che oggi esistono programmi in tutti i computer già in dotazione come ad esempio il pacchetto office e che questi anche se non sono adatti a preparare file ottimizzati per la stampa vengano usati dai più anche per impaginazioni complesse (a volte capita di vedere interi cataloghi impaginati in Word).

E’ a questo punto che viene il reparto prestampa dello stampatore, che cerca di rimediare, correggere, sistemare il materiale portato dal cliente per cercare di preparare un cosiddetto “impianto di stampa” (oggi tipicamente un PDF) che si riesca a stampare senza problemi, ma non sempre ci si riesce.

Si possono indicare dei principi generali per il flusso di lavoro in stampa digitale, sia da parte del cliente che da parte dello stampatore. Vediamo quali sono i principi oggi comunemente accettati sulla preparazione del documento da stampare (il cosiddetto “impianto di stampa”).

Questo che segue è un elenco di quello che bisogna fare per potere consegnare un documento adatto alla stampa:
• usare la grafica vettoriale invece di quella raster (se è possibile scegliere, per esempio per un logo)
• mantenere le sfumature “vive”, non appiattirle
• mantenere la trasparenza “viva”, non appiattirla
• definire i colori con un profilo CMYK (generalmente Fogra39)
• incorporare tutte le font o trasformare il testo in tracciato
• incorporare le immagini usate con una risoluzione di 300 DPI
• ricordarsi di lasciare 3mm di abbondanza (che poi in fase di lavorazione verrà tagliata) su tutti i lati del documento se vi sono foto che devono risultare al “vivo” pagina.
• Ricordarsi di lasciare almento 3/5 mm di spazio dal margine del documento (qui può andarci solo una foto che deve essere al vivo pagina)

Davide Dall’Agata
Reparto Prestampa

Regole generali per la richiesta di preventivo

Per formulare un preventivo preciso è necessario che l’ufficio tecnico abbia tutte le informazioni inerenti allo stampato, la richiesta deve essere chiara e completa.

Di seguito vado ad elencare una linea guida che potrebbe essere seguita:

1-dare un nome al lavoro, per poterlo identificare facilmente anche in seguito;

2-indicare il formato chiuso ed aperto, la base viene espressa prima dell’altezza;

3-composizione dello stampato. Se il lavoro è semplice, tipo una cartolina, un invito o una locandina, il problema non si pone… ma se si tratta di qualcosa di più complesso come un catalogo, un libro, ecc.. allora sono diverse le informazioni da inserire nella richiesta di preventivo. Innanzitutto bisogna distinguere l’esterno dall’interno, indicare tipo di carta e grammatura di entrambe, il numero di colori di stampa ed eventuali finiture (vernice, plastificazione, fustellatura, ecc..);

4-indicare il tipo di rilegatura (taglio, cucitura a punto metallico, brossura, ecc…);

5-quantitativo che interessa

Ufficitio Tecnico
Valbonetti Gabriele

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ESPOSITORI

L’espositore, da terra o da banco, è di solito un prodotto cartotecnico costituito da un anima in cartone (teso o ondulato) di spessore variabile, ricoperto da plance stampate per ottenere un effetto più attrattivo.
Ha il vantaggio di non essere fisso e, dopo un utilizzo più o meno prolungato, può essere smaltito o cambiato con un nuovo espositore per nuovi prodotti.

E’ per lo più costituito da fiancate con più piani sui quali si allineano le confezioni dei prodotti in vendita.
L’espositore può essere da terra se si tratta di una struttura voluminosa, anche 2 metri, o da banco se la struttura non è molto ingombrante e può essere appoggiata su un bancone da vendita. E’ il prodotto di lavorazioni combinate, stampa più cartotecnica, ed ha un effetto visivo di ottimo impatto con un costo non eccessivo perché si può utilizzare la stampa a plotter di plance in piccole quantità che vengono poi accoppiate al materiale scelto, cartone teso, ondulato o pannelli plastici, a seconda delle necessità di durata.

Espositori usa e getta possono essere anche ottenuti con cartoncini leggeri e con forme automontanti per un utilizzo non prolungato nel tempo, adatto quindi a promozioni poco durature.
Con un buon progetto grafico e cartotecnico l’espositore è un ottimo sostituto delle “fredde” scaffalature da negozio è può essere cambiato in pochissimo tempo e con una spesa ragionevole.

Ufficio Tecnico
Paolo Taviani

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