Il Manifesto

Il Manifesto

Come tutti sapiamo un manifesto è un foglio di carta stampato che si affigge in un luogo pubblico allo scopo di comunicare qualcosa o fare pubblicità.

In Italia la dimensione standard del manifesto è di 70x100cm (con multipli o sottomultipli di questa misura).
A differenza del poster, che di regola ha un orientamento orizzontale (il lato lungo rappresenta la base, il lato corto rappresenta l’altezza), il manifesto ha un orientamento verticale (il lato corto rappresenta la base, il lato lungo rappresenta l’altezza)

Le caratteristiche principali del manifesto (che poi sono, in linea di massima, le stesse del poster) sono le seguenti:

Vantaggi:

  • Impatto visivo
  • Avere una sorta di monopolio (assieme al poster) per quanto riguarda la pubblicità esterna
  • Possibilità di essere posizionati in maniera strategica (ad esempio in prossimità di un punto vendita o comunque in aree ben precise)
  • Possibilità di essere visto da molte persone e per molte volte
  • Sforzo minimo da parte dei destinatari (che non devono, ad esempio, sintonizzarsi su una rete o acquistare un giornale come invece accade per altri media)

Svantaggi:

  • Estrema sinteticità (di solito i manifesti sono messi in luoghi di passaggio, ad esempio lungo una strada, dove i tempi a disposizione per la lettura sono minimi)
  • Impossibilità di essere diretti in maniera selettiva verso uno specifico destinatario (a differenza di altri media è molto più difficile prevedere chi vedrà un manifesto)
  • Eventuale immagine negativa del medium che può riverberarsi sulla pubblicità (talvolta la cartellonistica ambientale è stata ritenuta deturpante per il paesaggio o l’estetica urbana e distraente per chi guida un veicolo)

PARLIAMO UN PO’ DELLA STORIA DEL MANIFESTO.

La data di nascita del manifesto è incerta. Elogi di merci e servizi, e appelli delle autorità si ritrovano fino nelle culture dell’antichità. La sua riproduzione, una delle caratteristiche tecniche principali, è tuttavia divenuta possibile soltanto a partire dal 1440 con l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Johannes Gutenberg (Mainz, 1397–1468). Iniziò allora ad incrementarsi la diffusione di affissi generalmente di impostazione tipografica, riguardanti principalmente, oltre alle pubblicazioni ufficiali, gli annunci di manifestazioni nel campo dell’intrattenimento.

Nel 1798 Alois Senefelder inventò la litografia, la cui tecnologia è stata ulteriormente sviluppata in tutta Europa nel corso del 19° secolo. Le impensate possibilità di espressione artistica derivanti da questo nuovo mezzo e il suo effetto visivo stimolarono artisti di tutta Europa. Un fattore decisivo per il successo del manifesto, che durante la rivoluzione francese e i successivi disordini ha vissuto un momento di gloria soprattutto come mezzo di affissione a contenuto politico, è stato anche la generale ripresa economica.

Nel 19° secolo lo sfruttamento delle macchine a vapore ha dato inizio all’industrializzazione, le cui produzioni di massa accesero la necessità di stimolare i consumatori all’acquisto di determinati prodotti che andavano al di là dei bisogni primari. Connessa all’industrializzazione è stata anche la comparsa delle masse dei lavoratori, che per la necessità di compensare il lavoro e di alleggerire la propria situazione sociale spesso disagiata, erano molto ricettive a qualsiasi proposta di intrattenimento.

Nella seconda metà del 19° secolo lo sviluppo accelerò in modo autonomo e del tutto inaspettato creando condizioni proficue per un ulteriore evoluzione del manifesto: erano sempre di più i prodotti da vendere, sia le fasce più povere che quelle più ricche avevano bisogno di intrattenimenti sempre nuovi, il turismo iniziava a svilupparsi e, tenendo conto dei notevoli ribaltamenti politici, economici e culturali, il manifesto continuava ad essere un fedele strumento della propaganda politica.

Per l’introduzione del formato standard chiamato “Weltformat” si deve risalire allo svizzero Karl Wilhelm Bührer (1861–1917). Bührer era stato il fondatore e caporedattore della rivista quindicinale “Die Schweiz”, che per quasi 20 anni è stata considerata la rivista letteraria e artistica dominante della Svizzera tedesca. In seguito ad un fallimento commerciale si vide costretto a spostare la sua attività all’estero. A Monaco Bührer fondò nel 1911 la “Brücke”, i cui ambiziosi progetti rimasero incompiuti a causa della sua morte e della Prima Guerra Mondiale.

Il Weltformat fu definito dal premio Nobel e membro del gruppo Brücke Wilhelm Ostwald, basandosi, come anche il formato per carta da lettera DIN, sulla diagonale del centimetro quadrato (a livello matematico: radice di 2 = 1,414). Tale formato fu presentato nel 1913 sul numero 4 della rivista “Das Plakat” (Il Manifesto) e venne impiegato per la prima volta in occasione della Esposizione nazionale Svizzera a Berna nel 1914.

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